I Percorsi della Digitalizzazione Richiedono Una Sincronizzazione di Priorità e Obiettivi

Written by Laura Scialanca
12/16/13 9:00 AM

L’Italia Resta Indietro, e anche solo un Dimezzamento del Gap Accelererebbe di un Quarto la Crescita del PIL

Autore: Luisa Bordoni, Senior Advisor Accenture

L’evoluzione dei servizi del governo digitale è molto di più che l’adozione di massa degli e-services. E’ il catalizzatore di benefici di più ampia portata per l’economia, sia per il settore pubblico che privato, e favorisce l’emergere di nuovi modelli di imprenditorialità fondati sulla co-innovazione.
In uno studio pubblicato lo scorso giugno 2013 (“Achieving Digital Excellence in Public Service” , Accenture ha cercato di profilare questa evoluzione misurandone i benefici sullo sviluppo economico e sull’efficienza dei servizi nelle maggiori economie. Lo studio si basa su un’analisi econometrica sulle relazioni esistenti e tra il livello di digitalizzazione in un paese e gli indicatori chiave di impatto quali sviluppo economico (crescita del PIL, occupazione, commercio internazionale, attrazione investimenti), livello di benessere sociale (educazione, inclusione, ambiente), efficacia del governo (e-services, indice di percezione della corruzione, trasparenza nei processi), ambiente favorevole all’imprenditoria (“ease of doing business”), innovazione.
Che cosa emerge dallo studio?
Tre Modelli di Digitalizzazione

Innanzi tutto che non esiste “un” modello, ma almeno tre modelli di digitalizzazione in cui si raggruppano per caratterizzazioni comuni le esperienze delle principali economie:
I “Cutters” sono le economie mature che, a causa della crisi, hanno operato tagli notevoli di spesa pubblica per riequilibrare il budget , hanno PIL in calo o stagnante, elevato PIL pro-capite, elevato deficit pubblico di bilancio e crescita moderata negli investimenti in ICT. Insieme a tutte le economie avanzate europee (tranne la Germania), nonché Stati Uniti, Russia e Giappone, in questo gruppo è anche l’Italia.
Gli “Enhancers” sono quelle economie che, malgrado la crisi, hanno mantenuto una crescita moderata del PIL, hanno elevato PIL pro-capite, basso deficit pubblico di bilancio e crescita moderata negli investimenti pubblici in ICT. In questi gruppo abbiamo paesi quali Germania, Austria, Canada, Danimarca, Singapore.
I “Builders” sono le economie in fase di sviluppo, con una traiettoria di forte crescita del PIL, basso PIL pro-capite, moderato deficit pubblico di bilancio e crescita elevata negli investimenti pubblici in ICT. In questi gruppo abbiamo paesi quali Cina, Brasile, India, Emirati Arabi, Turchia.
Più Benefici su PIL e Commercio Estero dalla Digitalizzazione Per le Economie Mature
L’analisi econometrica evidenzia che per i “Cutters” esiste una relazione molto più forte (rispetto agli altri gruppi) tra crescita della digitalizzazione e
- crescita del PIL: a un aumento dell’ 1% in digitalizzazione è correlato un aumento dello 0,61% del PIL nel gruppo “cuttters” contro 0,45-0,47% per i gruppi “Enhancers” e “Builders”
- crescita di commercio e investimenti internazionali: a un aumento dell’ 1% in digitalizzazione sono correlati un aumento dell’ 1.96% nel livello di commercio internazionale e un aumento del 2% nell’investimento diretto estero nel paese.
e una relazione rilevante tra crescita della digitalizzazione e
- crescita dell’innovazione: a un aumento dell’ 1% in digitalizzazione è correlato un aumento del 13.67% nello score del Global Innovation Index.
- miglioramento nei servizi di eGovernment: a un aumento di un punto in livello di digitalizzazione è correlato un aumento di 0,19 punti nella graduatoria per servizi di eGovernment
- diminuzione della disoccupazione: a un aumento del 10% in digitalizzazione è correlata una diminuzione dello 0.9% nel tasso di disoccupazione .
Come Confrontare l’Evoluzione verso la “Digital Readiness” fra i tre Gruppi?
Accenture ha elaborato un framework di valutazione della “digital maturity” per 30 paesi, rispetto al loro gruppo di riferimento “Cutters”, “Enhancers”, “Builders”. Il framework utilizza sei diverse dimensioni: due legate alle condizioni che favoriscono questo avanzamento ( la priorità sul digitale data dai governi e la sofisticazione nell’utilizzo delle tecnologie ICT ) e quattro legate allo stato effettivo di avanzamento digitale (disponibilità e sofisticazione dei servizi digitali, livello di inclusione dei cittadini e loro consultazione attraverso canali digitali, miglioramenti nella trasparenza, innovazione e utilizzo ICT nei servizi, livello di utilizzazione del digitale per migliorare l’efficienza).
Ne risultano profili molto diversi fra I tre gruppi, da cui derivano percorsi attesi di digitalizzazione altrettanto diversi sia per priorità che forme di evoluzione.
Efficienza dei Servizi (a Breve), Disponibilità dei Servizi Online e Partecipazione Attraverso i Canali Digitali sono le Sfide Principali dei “Cutters”
I “Cutters” , malgrado l’infrastruttura ben sviluppata, sono in ritardo anche rispetto agli “Enhancers” per disponibilità di servizi online e partecipazione online dei cittadinii. La priorità dei governi sul digitale è solo moderata, pur in presenza di un’articolata strategia di digital government con piani di implementazione definiti. I risultati degli investimenti in digitalizzazione per progredire sia in competitività economica che in produttività/efficienza nei servizi non sono uniformi, con record positivo per UK, Paesi Bassi e Francia e negativo per l’Italia.
Gli “Enhancers” registrano la performance migliore in tutte le sei dimensioni, grazie allo sforzo più coordinato nel massimizzare la qualità dei servizi online, economie più solide, infrastrutture ICT sviluppate e società informatizzata. Unica eccezione è che richiede miglioramento è l’area coinvolgimento dei cittadini. La traiettoria di crescita attesa per il gruppo dei “Builders” incoraggia i governi a essere più progressivi nello sviluppo di servizi online, ma il potenziale di queste iniziative è limitato dall’accesso ancora molto eterogeneo alle tecnologie ICT e all’istruzione. La sfida sta nella capacità di fare leva sul digitale in modo più creativo per accelerare l’adozione e rendere i servizi online accessibili a tutti.
Le tre Tappe della Digital Maturity nel Gruppo dei “Cutters”
In questo contesto è ragionevole configurare le prossime tappe verso la “Digital Maturity” per i paesi “Cutters” su tre orizzonti temporali:
1) nel breve periodo il focus continuerà ad essere sul digitale come strumento per una maggiore efficienza dei costi dei servizi. Tra le iniziative auspicabili:
- portali integrati per un unico punto di accesso, facile e semplificato, per tutti i servizi
- consolidamento di archivi di dati e maggiore orientamento verso la condivisione di dati attraverso le agenzie (open data)
- focus sulla migrazione online (e-services) per i servizi transazionali (ad esempio: pensioni, contributi sociali, versamenti fiscali)
- investimenti su banda larga e connessione dell’ultimo miglio per uniformare la digital inclusion
- maggiore trasparenza e chiarezza nei processi di procurement (più orientati verso le nuove tecnologie) e dei piani di implementazione ICT
2) nel medio periodo i governi promuoveranno il digitale come l’accesso preferenziale di “default” per i cittadini attraverso tutti i servizi
- raggiungimento della soglia di adozione generalizzata per l’accesso online a tutti I servizi transazionali e ad elevato volume
- progressi nella “Digital Inclusion” con copertura della maggioranza della popolazione sia per accesso che per digital literacy
- enfasi sulla “eParticipation” dei cittadini ai processi di consultazione
- continuo focus su produttività ed efficienza nei costi con l’introduzione di nuovi modelli di erogazione dei servizi e di procurement
3) elevati livelli di produttività e digitalizzazione favoriranno innovazioni significative nei servizi, verso l’ “iGovernment” :
- condivisione di informazioni tra agenzie e processi di unificazione delle attività (joined-up services) per fornire servizi ancora più efficienti
- utilizzo pervasivo di cloud, mobility e social media per creare modelli operativi flessibili e garantire agilità nella risposta ai bisogni dei cittadini
- utilizzo di applicazioni di collaboration per coinvolgere attivamente i cittadini nella definizione e implementazione di nuove politiche
- utilizzo delle tecnologie ICT per reinventare servizi in settori chiave (ad esempio digital justice, interconnessione dei servizi sanitari)
Il Gap dell’Italia Resta Elevato, mentre anche un Semplice Dimezzamento del Ritardo Aumenterebbe l’Impatto Positivo sulla Crescita Economica
Rispetto al suo peer group (“Cutters”) l’Italia è in ritardo significativo su tutte le sei dimensioni della “Digital Readiness”. Pur avendo una strategia e-Government dal 2000, adozione e attenzione sono rimasti molto bassi sia per la mancanza di una governance centrale (rispetto a una territorialità molto frammentata), che per una debole implementazione strategica, resa poco efficace anche dal limitato coinvolgimento di rappresentanti importanti nello sviluppo dei servizi pubblici digitali. A questo si aggiungono il record negativo del governo italiano per bassa priorità sull’utilizzo dell’ ICT, sui miglioramenti di trasparenza ed efficienza dei servizi e sulla competitività complessiva del sistema nazionale. La percezione di efficienza del settore pubblico nel suo complesso è risultata così molto bassa su tutte le sei dimensioni.
L’ Agenda Digitale approvata a fine 2012 è la piattaforma del governo italiano per la digitalizzazione fondata su un investimento di € 10 miliardi per il 2013/14, per sviluppare le infrastrutture, aumentare l’accessibilità e migliorare i servizi digitali.
Le prime iniziative sono state finalizzate a migliorare facilità d’uso, trasparenza e accesso attraverso la creazioni del portale unico italia.gov.it e del portale per gli open data dati.gov.it . Tuttavia l’impatto è rimasto limitato, non avendo ancora abilitato l’ accesso Single Point of Contact (SPOC) che permette al cittadino di essere riconosciuto e fruire dei singoli servizi senza duplicazione di registrazione e navigazione.
Colmando anche solo la metà della distanza misurata dal “Web Intensity Index” del World Economic Forum con Regno Unito, Germania e Francia entro il 2015, l’Italia ricaverebbe un beneficio pari a un differenziale positivo nella crescita annuale del PIL dello 0,25% ovvero di € 25 miliardi di valore incrementale.
Favorire La Co-Innovazione Aiuterà a Colmare il Ritardo
Dall’interazione con lo scenario sovraesposto dei nuovi fenomeni emergenti come la consumerizzazione e il social networking emerge un ribilanciamento del controllo e della responsabilità dell’innovazione per le soluzioni tecnologiche “social” e i servizi digitali.
Accanto ai servizi dell’ agenda digitale del governo (con l’obiettivo di fornire infrastruttura e servizi di pubblica utilità) stanno emergendo i servizi per la società digitale intesa nel suo ambito più ampio. Questi servizi sono resi possibili dalle nuove iniziative di co-innovazione tra individui, gruppi, università, start-ups , sono anche fondati sui servizi e le piattaforme del governo digitale, ma non solo. Fanno anche leva su tecnologie e dati “open”, a basso costo o fruibili pubblicamente. Tipicamente si autoalimentano e non sono soggetti a forme di governance particolare.
Proprio per la loro natura, i servizi della società digitale agiscono da stimolo verso lo sviluppo di attività online sempre più automatizzate, la formazione di communities attorno alla fruizione dei nuovi servizi, la diffusione della digital inclusion. Gli ambiti di questi nuovi servizi sono i più diversi: dall’interazione con gli enti locali o i servizi per le comunità locali, a viabilità e carpooling, al turismo, al volontariato (es. supporto per gli anziani), agli incubatori di innovazione.
In questo senso i servizi della società digitale costituiscono una sinergia fondamentale nello sviluppo del digital government , rendendo possibili forti progressi nella “socializzazione“ dei servizi pubblici transazionali e di elevato volume, anche con investimenti limitati. Per questo il confine tra i servizi tradizionalmente forniti dagli enti pubblici e i servizi resi possibili da entità digitali nuove diventa meno marcato e diventa possibile, per i governi, aumentare i livelli di digitalizzazione pur facendo fronte a tagli di budget e di investimento. L’importante è che i governi sappiano cogliere questa nuova tendenza assicurando un contesto legislativo/normativo adeguato e trasformando un fenomeno emergente su basi fondamentalmente volontaristiche, in un vero e proprio obiettivo di politica per la digitalizzazione.

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