Nella specifica realtà di un’azienda che progetta e costruisce beni industriali durevoli, il CMO è il trait-d’union tra il “mondo esterno” e l’azienda stessa. Cura l’immagine aziendale, raccoglie e distribuisce le informazioni in forma strutturata ai reparti interni e distribuisce le informazioni all’esterno.
Per fare questo ha bisogno di strumenti, che in ambito digitale, sono specifici, come il sito web istituzionale e il sistema di gestione dei contenuti (CMS), sia condivisi con le altre Direzioni, come l’ERP, il sistema di gestione documentale (DMS) e il portale che raccoglie le web application.
Compito fondamentale del CIO è fornire tali strumenti, spesso prevedendo in anticipo un’esigenza ancor prima che si manifesti palesemente, e garantirne il funzionamento: governare la tecnologia per consentire sviluppo, espansione e controllo del business.
Trattandosi di ruolo trasversale, la relazione tra CIO e CMO è quindi molto simile a quella che intercorre con gli altri C-Level.
Siamo a Modena, terra di motori ed è lecito un paragone con il mondo automobilistico: il CIO mette a disposizione la vettura, ne cura la manutenzione e l’efficienza, la prepara al percorso da seguire arrivando a sostituirla se necessario, insegna le tecniche di guida. Al CMO è lasciato l’onere di comprendere la vettura, il suo comportamento sul tracciato e proporre le modifiche di assetto. Va da sé che “intesa” e “collaborazione” sono i fattori chiave di successo tra collaudatore e team manager.